Imparare dalla sofferenza e trasformarla in ricordi felici

Dal 1 al 10 settembre i Comitati di Croce Rossa di San Francesco al Campo, Druento, Giaveno e Rivarolo hanno unito le loro forze per offrire un aiuto concreto al Progetto Giada, un’associazione che opera sul territorio piemontese e che offre sostegno alle famiglie con malati oncologici.

In particolare, i nostri volontari hanno partecipato alle attività che l’Associazione ha proposto durante le due settimane di permanenza dei pazienti presso il Santuario Grotta a Forno di Coazze; intrattenendo con giochi e divertimenti vari i piccoli ospiti presenti in loco. I bambini – di età compresa tra i 3 e i 12 anni – hanno potuto giocare a tombola, scoppiare bolle di sapone giganti, diventare dei maghi e cimentarsi in tante altre attività che hanno riempito le loro giornate.

La compartecipazione al Progetto Giada ha permesso di mostrare lati della Croce Rossa che molto spesso vengono dimenticati: nell’immaginario comune si è talmente abituati a pensare i volontari vestiti di rosso sfrecciare a tutta velocità sulle ambulanze, da dimenticarsi che in realtà essi fanno molto altro, in maniera forse più silenziosa ma lasciando segni più profondi.

Le emozioni che il Progetto Giada ha trasmesso sono state molteplici e differenti, ma soprattutto hanno arricchito intimamente chi vi ha partecipato, portando alti i sette principi che animano la Croce Rossa.

I volontari, trovandosi successivamente tutti insieme per condividere le emozioni provate, hanno enfatizzato quanto il progetto e le persone incontrate siano entrati loro nel cuore.

Dopo essere stati a stretto contatto con persone affette da una patologia grave come il tumore è stato possibile imparare “a guardarle diversamente e a riconoscerle prima di tutto come persone e non come malati” (Christian, 18 anni). La malattia, in più, è stata affrontata in questa occasione non come evento straordinario che, purtroppo, alcune persone si ritrovano a dover affrontare nel corso della loro vita. Essa è, invece, parte integrante della vita e i pazienti conosciuti hanno permesso di imparare proprio che con la malattia si può convivere e che la si può affrontare con serenità.

I volontari hanno avuto la possibilità di riflettere sul significato della forza “che un essere umano può avere. Non quella forza che ti permettere di tirare su dei pesi, ma quella forza interiore che è ancora più forte, che ti permettere di combattere e vincere” (Erika, 23 anni).

Questa è un’esperienza che chi ha vissuto augura a tutti: “mi ha lasciato tanta gioia e mi ha fatto conoscere un bellissimo ambiente in cui la malattia non separava le persone ma aiutava ad unirle” (Stefano, 34 anni); anche perché ha permesso ai volontari di crescere non solo dal punto di vista professionale ma soprattutto da lato umanitario.  “L’esperienza del Progetto Giada mi ha lasciato una maggiore consapevolezza di cosa significhi realmente ‘prendersi cura’ di un’altra persona o di una piccola comunità: non solo rispondere ad un bisogno e migliorare una situazione ma davvero lavorare per creare una serenità di gruppo e individuale. Serenità che si ottiene stando insieme e comunicando molto, giocando e imparando insieme” (Alessio, 19 anni).

Allo stesso tempo questa piccola avventura si è conclusa sapendo di aver lasciato a chi vi ha partecipato “la capacità di mettersi in gioco in ogni situazione, e di mettersi completamente al servizio di chi ha più bisogno, consapevoli che la loro gioia e serenità può diventare anche nostra” (Lucia, 68 anni).

Tutti i partecipanti concordano su un punto: la speranza di ripetere questa esperienza in futuro, perché situazioni simili ci ricordano che “molto spesso diamo per scontata la nostra vita, la nostra salute, il nostro benessere. Invece è tutto in bilico. Dare un sostegno, un conforto e uno svago a chi è in bilico su quel filo è una scuola di vita. Per tutti” (Michela).

Hanno partecipato al progetto: Christian, Rosamaria, Stefano, Erika, Eleonora, Alessio, Roberta, Matteo, Valentina, Michela, Patrizia, Daniela, Antonella, Lucia, Marina, Michela, Alessandro, Cinzia.


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